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Il Progetto: DAnce Out focuS (DAOS)

DAOS nasce da un’idea di Andrea Ilariucci, fotografo e socio del Fotoclub il Forte (circolo culturale che si occupa di Fotografia a Genova da quasi un trentennio), e di Alessandra Gabbi, ballerina e coreografa, (insegnante di danza e direttrice artistica della scuola di danza Danza 3 Insoliti Movimenti).

 

Il “focus“ di questo progetto è il danzatore, artista in grado di esprimersi in piena autonomia e libertà, senza vincoli, in ogni situazione, condizione e luogo, utilizzando come unico “ strumento “  il proprio corpo, sempre a disposizione, ovunque.

 

Fotografare la danza fuori dai luoghi convenzionali (teatri, palestre) e fuori dagli schemi comuni (costumi, coreografie), insomma fotografare la danza “fuori fuoco”, non è un compito semplice, immediato, nè per i fotografi nè per i danzatori.

 

Sia gli uni che gli altri si trovano al di fuori dell’ambiente “naturale” per la danza, privati di tutto un insieme di punti di riferimento, reali o virtuali, come le scenografie, le coreografie, l’acustica, le luci, i costumi, che costituiscono una rete emozionale, oltreché sensoriale e tangibile, all’interno della quale i ballerini sono abituati a muoversi, mentre per i fotografi costituisce quel “tessuto” ambientale entro cui si spostano i soggetti e sul quale costruire lo scatto.

 

Spostarsi sul territorio, tra la gente, sulle strade, sulle spiagge, sui mezzi pubblici, nei parchi cittadini, “denudandoci” e rinunciando a questa rete di sicurezza ha implicato un grande sforzo ma ha anche costituito un forte stimolo alla realizzazione di questo progetto.

 

Per il fotografo è una grande sfida riuscire a cogliere l’espressività del corpo umano che si muove al ritmo della musica,  realizzando un'opera che vada al di là dell’immortalarne il gesto, ma che riesca a trasmetterne il suono, il colore, il movimento e soprattutto l’emozione che quel gesto ha suscitato.

 

Per questo motivo fotografi e danzatrici hanno discusso insieme durante tutte le fasi del progetto, sempre sotto l’attenta supervisione dei coordinatori ed ideatori, Alessandra ed Andrea, che fin da subito hanno impostato il progetto sulla relazione interpersonale di tutti i partecipanti per imparare a riconoscere reciprocamente le emozioni e trovare il giusto ritmo con il quale scattare le foto.

 

Il progetto sfocerà nella realizzazione di un libro fotografico ed in installazioni e mostre sul territorio.

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